Archivio dei ricordi Pievarini - Pieve a Nievole (Pistoia)

 Sabato, 27 aprile 2024 ore 22:20
Risorse

  Home

  Contatti

  Links


L'Archivio

  Articoli

  Fotografie

  Audio

  Video


Museo Virtuale

  Museo


Stemma Pieve a Nievole
Articoli
Gli amori di un tempo - Roberto Natali - 05/06/2019

Roberto Natali

Sono in giardino e davanti a me, nel parco, vedo un gruppo di ragazzi e ragazze, tutti “armati”…..di telefonino. Le loro dita si muovono con una velocità che nemmeno si vedono; penso che stiano chattando! Una domanda mi balena nella testa: “possibile che i sentimenti, le amicizie, i dialoghi possano essere così freddi?”.
Mi affiorano alla mente i ricordi dei nostri giorni (sono un uomo del 1944!); per noi era molto più difficile fare una conquista, non c’erano i mezzi di oggi. Si affidava tutto ad una lettera, a dei messaggi scritti su un biglietto, dato a qualche amica fidata, perché farli arrivare direttamente in casa della ragazza era molto difficile; se qualcosa trapelava, arrivavano dei bei sermoni. Per capire, spesso bastava un’occhiata!
I ritrovi per fare amicizia erano le sale da ballo: la Bolgia o Borgia, (oggi teatro Ives Montand), lo Chalet, la Pergola, la Nuvoletta e, in alternativa, il teatro Pacini di Pescia. Se rimanevi “bruciato” in una di queste piste da ballo, bisognava emigrare, perché il tam tam era inesorabile ed era difficilissimo recuperare la reputazione. La Borgia e il Pacini avevano i palchetti e allora era più facile rubare qualche abbraccio, qualche amore furtivo. Si consumavano le prime emozioni, al riparo da occhi indiscreti; tutto questo, oggi sa di muffa!
La nostra realtà era questa; le occasioni importanti, per tentare qualcosa, erano: le feste di fine anno, il carnevale, i veglioni.
Nelle sale da ballo, le più volte, i tavoli erano disposti in circolo. Allora si cominciava la ruota :”signorina permette un ballo?”; se lei rispondeva: “sono impegnata”, qualche speranza c’era. Se ti ripresentavi e alla solita domanda lei rispondeva:”anche questo ballo è impegnato”, voleva semplicemente dire che non eri proprio il suo tipo. Se la risposta era affermativa e si protraeva per più balli, allora si accendeva la speranza, cominciava la corte, ci si vedeva altre volte, cominciavano i primi approcci, le frasi mormorate e sussurrate. Con la testa un po’ piegata provavi a darle il primo bacio e se lei portava i suoi avambracci al tuo petto, riflettevi su quel gesto e, forse, tutto finiva lì.
Le nostre “conquiste” erano frutto di sacrifici e perseveranza!
I mezzi di allora non permettevano grandi distanze: la bicicletta, il “Mosquito”, che se pioveva erano dolori perché il rullo slittava sul fascione della ruota, il “Paperino”, il “Vivi” e per i più abbienti la “500” a noleggio; le più antiche avevano  gli sportelli controvento e quando scendeva una ragazza la fantasia dei ragazzi si metteva a galoppare. Per chi proprio non aveva altri mezzi, c’era la “Lazzi”!
Come non ricordare la seconda domenica di maggio quando c’era la festa a Monsummano Alto, dove si andava rigorosamente a piedi; anche questa era un’occasione per fare amicizie, scambiare idee e fare nuove conoscenze.
Queste semplici cose si facevano con entusiasmo, quello  che oggi, fra i giovani, non vedo più (forse perché sono passato nella categoria degli anziani!). Si potrebbe raccontare ancora molto, ma, a mio parere noi, le cose più belle le abbiamo ancora oggi e sono il frutto di quegli incontri furtivi della nostra gioventù.

Il sito è di proprietà della Onlus, gestito dalla medesima contribuisce alla stesura di approfondimenti e articoli. Il sito non costituisce rivista elettronica.

Powered 2014 - 2018 by Systems & Networks